
Da Moena alla International Champions Cup, sfida a distanza tra Dusan e il Cholito. Entrambi vogliono convincere Montella: chi resterà?
Due maglie per un posto da alternativa alla prima punta. Dusan Vlahovic e Giovanni Simeone, sfida a distanza a Moena per conquistarsi la fiducia verso la nuova stagione. La Fiorentina ripartirà dal 4-3-3, con un unico centravanti che dovrà garantire una doppia cifra abbondante di gol. Un attaccante che arriverà dal mercato, un profilo sul quale i viola hanno intenzione di fare anche un investimento importante. Si sono cercati Inglese (ma il Napoli per adesso chiede 30 milioni, cifra considerata alta per il reale valore del giocatore) e Pavoletti (no del Cagliari), sono stati accostati Benedetto del Boca e Petagna della Spal. Ma l’impressione è che l’acquisto ‘pesante’ in attacco possa arrivare più avanti. Forse “dal 10 agosto”, data indicata da Pradè come possibile svolta per il mercato viola.
STAFFETTA. Per questo, Vlahovic e Simeone continuano a lavorare a Moena. E Montella ad osservare da vicino i suoi due attaccanti, per il momento impegnati in una sorta di staffetta per il ruolo di alternativa nella Fiorentina che verrà. Ora a Moena, e da settimana prossima anche nella International Champions Cup contro Chivas, Arsenal e Benfica: bei test per entrambi. Ieri Vlahovic ha giocato il primo tempo nella prima amichevole contro il Val di Fassa, segnando tre gol (uno bellissimo, di tacco), mentre Simeone ha giocato la ripresa segnando due reti. Indicazioni che sono molto provvisorie, ma resta il fatto che dal serbo stiano arrivando segnali molto positivi dal ritiro di Moena.
FIDUCIA. Già nel finire dello scorso anno, Montella aveva dimostrato di puntare molto su Vlahovic, preferito in qualche occasione proprio a Simeone, nonostante la giovanissima età. “Simeone è un ragazzo eccezionale, ha grandissima voglia di lavorare, una garra tutta argentina. È arrivato con ancora più voglia di mettersi in discussione e recuperare, sono sicuro che tornerà sui suoi livelli“, ha detto ieri l’Aeroplanino. “Simeone è forte. Lo vogliamo rigenerare. Poi è chiaro che dipende tutto dalla testa dei giocatori. Faccio un esempio. Cutrone costa 25 milioni di euro, per noi Simeone non è da meno. La cosa che mi piace è che quando una punta sbaglia una stagione, l’anno dopo mangia l’erba”, aveva invece detto Pradè. Il fatto è che, alla Fiorentina, il Cholito ripartirebbe… da seconda scelta. Con una fiducia da riconquistare, con un ruolo part-time e non certo da titolare inamovibile. E a livello mentale, Simeone ha già dimostrato di poter soffrire una situazione del genere.
CHOLITO. Dall’altra parte c’è una gran voglia di crescere, di giocare, di dimostrare che a 24 anni si può ripartire. Il tempo senz’altro è dalla parte del Cholito. Riuscirà a farlo alla Fiorentina? Queste saranno settimane importanti, per capire sensazioni e proiezioni sul futuro. Ma è chiaro che il mercato ha porte non proprio chiuse per Simeone. Un giocatore che la Fiorentina aveva pagato quasi 18 milioni due anni fa, che dopo la prima stagione in crescendo aveva anche una valutazione alta (si era parlato di oltre 30 milioni). Adesso, però, la quotazione si è sensibilmente abbassata: il giocatore ha estimatori, ma nessuno fin qui si è fatto sotto con proposte vere e convincenti. E dall’altro lato, per un classe ’95, c’è la sensazione che comunque ci potrebbero essere dei rimpianti: mandandolo a giocare altrove, con fiducia e continuità (magari in Spagna), potrebbe anche esplodere a suon di gol. Magari potrebbe partire in prestito.
GIA’ PRONTO. Poi c’è Vlahovic. Da molti considerato un predestinato. Contro l’Empoli fu Dragowski (che il serbo ha ritrovato proprio a Moena) a negargli la gioia del primo gol in Serie A. L’ex Partizan poteva partire già a gennaio, è rimasto alternandosi tra Primavera (dove ha fatto il ‘fenomeno’ con 19 gol in 19 gare, vincendo anche la Coppa Italia) e la Prima Squadra, con cui ha giocato le prime 10 partite nel massimo campionato. Fisico già pronto per misurarsi con i ‘grandi’, voglia matta di migliorarsi. “Devo allenarmi bene, sono qui per giocare”, ha detto ieri Dusan. Spesso è il primo ad entrare in campo per l’allenamento e l’ultimo ad uscire: “Sono così da sempre, penso che se vuoi diventare un grande giocatore, devi lavorare più di tutti. È il mio stile”, ha commentato il serbo. Ha già ricevuto diverse richieste anche da club di A, per adesso però Montella se lo tiene stretto: da vicino guarda i miglioramenti del classe 2000, gli dà consigli durante gli allenamenti, sfrutta le sue doti fisiche e all’interno dell’area di rigore.
CHI RESTERA’? Vlahovic ha bisogno di giocare, di avere fiducia per migliorare. Idem Simeone. A nessuno dei due farebbe bene restare come terza scelta durante l’anno. Al massimo potrebbero giocarsi il posto con il centravanti che arriverà. Nel lungo mercato che attende Pradè, ci sarà spazio anche per una decisione tra Dusan e il Cholito, in attesa dell’arrivo di un attaccante designato a fare (sulla carta) il titolare. Ad oggi, l’impressione è che la chance possa essere data al serbo, più che all’argentino. Nel 4-3-3, del resto, non c’è posto per tre centravanti di ruolo. E il testa a testa a Moena continua.